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1] ...è da notare che le operazioni militari dell’Occidente sono iniziate prima e senza l’autorizzazione dell’Onu. Sul «Sunday Mirror» del 20 marzo Mike Hamilton rivelava che già da «tre settimane» erano all’opera in Libia «centinaia» di soldati britannici, inquadrati in uno dei corpi militari più sofisticati e più temuti del mondo (SAS); fra di loro figuravano «due unità speciali, chiamate “Smash” a causa della loro capacità distruttiva».
Dunque, l’aggressione era già iniziata, tanto più che a collaborare con le centinaia di soldati britannici erano «piccoli gruppi della Cia», nell’ambito di «un’ampia forza occidentale in azione nell’ombra» e dall’«ammnistrazione Obama» incaricata, sempre «prima dello scoppio delle ostilità il 19 marzo», di «rifornire i ribelli e dissanguare l’esercito di Gheddafi» (Mark Mazzettti, Eric Schmitt e Ravi Somaiya in «International Herald Tribune» del 31 marzo). Si tratta di operazioni tanto più rilevanti, in quanto condotte in un paese già di per sé fragile a causa della sua struttura tribale e del dualismo di lunga data tra Tripolitania e Cirenaica.
2] ... anche quando si rivolgono all’Onu, gli Usa e l’Occidente continuano a riservarsi il diritto di scatenare guerre anche senza l’autorizzazione del Consiglio di sicurezza: è quello che è avvenuto, ad esempio, nel 1999 in occasione della guerra contro la Jugoslavia e nel 2003 in occasione della seconda guerra contro l’Irak. Ora nessuna persona sensata definirebbe democratico un governo che si rivolgesse al Parlamento con questo discorso: vi invito a votarmi la fiducia, ma anche senza la vostra fiducia io continuerei a governare come meglio ritengo… E’ in questi termini che gli Usa e l’Occidente si rivolgono all’Onu! E cioè, le votazioni che si svolgono nel Consiglio di sicurezza sono regolarmente viziate dal ricatto a cui costantemente fanno ricorso gli Usa e l’Occidente.
3] ... appena strappata al Consiglio di sicurezza (grazie al ricatto appena visto) la risoluzione desiderata, gli Usa e l’Occidente si affrettano a interpretarla in modo sovrano: l’autorizzazione per imporre la «no fly zone» in Libia diviene di fatto l’autorizzazione a imporre una sorta di protettorato.
Per potente che sia, l’apparato multimediale degli aggressori non riesce ad occultare la realtà della guerra. E, tuttavia, la neo-lingua si ostina a negare l’evidenza: preferisce parlare di operazione di polizia internazionale. Ma è interessante notare la storia alle spalle di questa categoria. Riallacciandosi alla dottrina Monroe, da lui reinterpretata e radicalizzata, nel 1904 Theodore Roosevelt (presidente degli Usa) teorizza un «potere di polizia internazionale» che la «società civilizzata» deve esercitare sui popoli coloniali e che, per quanto riguarda l'America Latina, spetta agli Usa. Siamo così ricondotti alla realtà del colonialismo e delle guerre colonialismo, alla realtà che invano la neo-lingua cerca di rimuovere.
In prima fila nel promuovere la neolingua e lo stravolgimento della verità è disgraziatanente il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napoletano, più eloquentemente di ogni altro impegnato a dimostrare che quella in corso contro la Libia…non è una guerra! Se appena rievocasse i ricordi della militanza comunista che è alle sue spalle, egli capirebbe che la tentata rimozione della guerra è in realtà una confessione. Come a suo tempo ha spiegato Lenin, le grandi potenze non considerano guerre le loro spedizioni coloniali, e ciò non soltanto a causa dell’enorme sproporzione di forze tra le due parti in campo, ma anche perché le vittime «non meritano nemmeno l'appellativo di popoli (sono forse popoli gli asiatici e gli africani?)»
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