Se il pregiudizio vince sui fatti

Libero e Il Foglio
Il Riformista 24 lug 2011

Ieri, Libero, nel dare la notizia sulle bombe esplose nel centro di Oslo, titolava: «Con l’islam il buonismo non paga. Norvegia sotto attacco un massacro». Avanzare l’ipotesi che l’atto terroristico fosse opera di Al Qaeda è nelle cose, ma in quel titolo viene chiamata in causa una religione, l’Islam, e viene mossa una critica al “buonismo” della Norvegia. Sia chiaro, quello di Libero non è il solo caso dove il manicheismo e la pregiudiziale politica prevalgono sui fatti. É la “regola” diffusa su questioni che attengono alla politica internazionale e a quella nazionale.
Soffermiamoci un momento su cosa è oggi nel nostro paese l’informazione e come la usano, soprattutto i giornali schierati con Berlusconi sempre e in ogni caso o quelli contro il Cavaliere, in ogni momento e in tutti i casi, soprattutto quando si tratta di questioni giudiziarie.
In questi ultimi anni, da quando è “sceso in politica”, Berlusconi ha ricevuto avvisi di garanzia, è stato rinviato a giudizio ed è stato anche processato. Sono intervenute assoluzioni, prescrizioni, condanne condonate e così via. I reati contestati riguardavano e riguardano ancora, in gran parte, attività più o meno lecite, svolte negli anni in cui il Cavaliere era un imprenditore. Pochi, invece, i casi che attengono al ruolo assolto nel campo della politica.

Ebbene, in questi anni, i giornali che fanno capo al centro-destra, mai, dico mai, hanno scritto che la contestazione del reato avesse un fondamento, anche minimo. Tutto e sempre è stato ricondotto al “circuito mediatico giudiziario” che perseguiterebbe il Cavaliere, al “partito dei magistrati” in combutta con la sinistra. Al Cavaliere è stata avanzata anche qualche critica, a volte anche severa. Lo hanno fatto Giuliano Ferrara, Mario Sechi e financo Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro, su questioni diverse, ma mai e poi mai sul tema giudiziario. È questo il garantismo?

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