![]() |
Il libro verde di Gheddafi |
E Helen Shelestiuk ha proseguito: “Quali sono gli altri fatti e cifre che conosciamo della Libia e del suo leader?
- Il PIL è di 14.192 dollari.
- Ogni membro della famiglia riceve una sovvenzione di 1000 dollari all’anno.
- I disoccupati sono pagati 730 € al mese.
- Lo stipendio di un infermiere dell’ospedale è di 1000 dollari.
- Per ogni nuovo neonato vengono riconosciuti 7000 dollari.
- Chi si sposa riceve 64.000 dollari per comprare un appartamento.
- Per aprire un’azienda privata si beneficia di un aiuto finanziario di 20.000 dollari.
- Le tasse e le imposte sono vietate.
- L’istruzione e le medicine sono gratuite.
- L’istruzione e la formazione medica all’estero sono pagati dal governo.
- Ci sono supermercati per le famiglie con prezzi simbolici per il cibo di base.
- La vendita di prodotti oltre la data di consumo è punibile con multe salate o addirittura con la reclusione.
- Molte farmacie offrono forniture gratuite.
- La vendita di farmaci contraffatti è un reato molto grave.
- La popolazione non paga l’energia elettrica.
- La vendita e il consumo di alcol sono proibite, il “divieto” è legge.
- Prestiti per l’acquisto di una macchina o un appartamento vengono concessi senza interessi.
- Gli affari legati al mercato immobiliare sono vietati. Se qualcuno vuole comprare una macchina, fino al 50% del prezzo è pagato dallo Stato (per i militare il 65%).
- La benzina costa meno dell’acqua.
- Un litro di benzina costa 0,14 centesimi di dollaro. Gli utili derivanti dalla vendita di petrolio sono destinati al benessere della popolazione e a migliorare le condizioni di vita.
- Molti soldi sono stati spesi per irrigare la terra con l’acqua presa da falde acquifere sotterranee.
- Il sistema è stato definito “l’ottava meraviglia del mondo”.
- Si dispone di cinque milioni di metri cubi al giorno di acqua che attraverso il deserto ha notevolmente aumentato la superficie irrigata. 4000 km di condutture sono sepolte in profondità per proteggere l’acqua dal caldo. Tutto ciò che era necessario per il progetto è stato realizzato esclusivamente dalla Libia”.
In Libia esiste un meccanismo di controllo democratico del suo popolo: dei consigli cittadini eletti e le comunità autonome (comuni). Tutto questo senza una nomenklatura di partito di stampo sovietico, senza eccessiva burocrazia, ma con un elevato tenore di vita e la sicurezza sociale per i cittadini. Una sorta di società che per molti versi è simile al comunismo.”
Domanda pertinente di Helen Shelestiuk: “E’ per questo che la Libia è stata demonizzata e attaccata dalle vecchie potenze imperialiste?”
E ha concluso: “Permettetemi di citare l’articolo di Sigizmund Mironin “Perché la Libia è stata bombardata?“: La Libia è descritta come una dittatura militare di Gheddafi ma in realtà è lo stato più democratico del mondo. Nel 1977 vi fu proclamata la “Jamhiriya” che è una forma di alta democrazia in cui sono state abolite le istituzioni tradizionali di governo e dove il potere appartiene al popolo direttamente attraverso i suoi comitati e congressi. Lo Stato è diviso in molte comunità che sono “mini-stati autonomi” in uno Stato che ha il controllo sui loro distretti, tra cui l’assegnazione dei fondi di bilancio. Gheddafi ha recentemente adottato altre idee ancora più democratiche: distribuire il reddito del bilancio direttamente ed in maniera equa ai cittadini… Tali misure, secondo il leader della rivoluzione libica, dovranno eliminare la corruzione e la burocrazia parassita”.
Ovviamente non è sorprendente che i media mainstream non forniscono al pubblico nessuno di questi dati estremamente rivelatori della vera natura del regime libico, come è probabile che se fossero stati informati tutti gli “indignati” d’Europa avrebbe richiesto il progresso sociale sul modello della Libia del colonnello Gheddafi.
Ciò sarebbe per lo meno imbarazzante per i “brillanti” e “competenti” leaders del Vecchio Continente.
UN Human Development Report 2010 (wikipedia)
4 commenti:
Muore un eroe rivoluzionario, un vero patriota, un fratello arabo.
Assassinato coi familiari e insieme ad altre miglia di civili (donne e bambini) e patrioti arabi in barba alla Convenzione di Ginevra.
Le fantomatiche e remote imprese terroristiche di Gheddafi possono tuttalpiù essere considerate come velleitarie, ancorché legittime, reazioni militari alla costante azione di minaccia delle multinazionali del petrolio anglofrancesi.
Nessun libico è mai espatriato per fame e disperazione, a differenza di quello che avviene per i paesi arabi "amici nostri". I libici in Italia, nel 2009 (dati Istat), erano 1500 su un totale di 4 milioni di stranieri, nella maggioranza professionisti e ben inseriti nel tessuto sociale italiano.
L'alba di una nuova civiltà la “Jamhiriya” è stata spazzata via dai soliti biechi interessi dell'imperialismo europeo, il medesimo imperialismo che si sta' preparando ad affamare i popoli d'europa.
I nuovi padroni della Libia: la più aggiornata versione di un nuovo "esercito della lupara", servo di quel colonialismo anglo francese, che sancisce fra l'altro l'annichilimento definitivo dei popoli europei minando alle fondamenta quel poco di Europa che finanza e oligarchie economico-politiche non erano ancora riuscite a piegare ai loro fini, indispensabile braccio armato e politico per garantire alle mafie i soliti traffici di persone, armi e droghe necessari a mantenere nell'instabilità un territorio ricco di risorse (petroli e acqua) e, grazie a Gheddafi e al popolo libico, di successi sociali, economici e di sviluppo: intollerabile per il Superclan della globalizzazione imperialista.
"Il parlamento è costituito fondamentalmente come rappresentante del popolo, ma questo principio è in se stesso non democratico, perchè democrazia significa potere del popolo e non un potere in rappresentanza di esso.
L'esistenza stessa di un parlamento significa assenza del popolo.
La vera democrazia non può esistere se non con la presenza del popolo stesso e non con la presenza di suoi rappresentanti.
I parlamenti, escludendo le masse dall'esercizio del potere e riservandosi a proprio vantaggio la sovranità popolare, sono divenuti una barriera tra il popolo e il potere.
Al popolo non resta che la falsa apparenza della democrazia che si manifesta nelle lunghe file di elettori venuti a deporre nelle urne i loro voti." معمر القذاف Muʿammar Abū Minyar ʿAbd al-Salām al-Qadhdhāfī
Texte intégral de la lettre de Kadhafi à Silvio Berlusconi
http://www.parismatch.com/Actu-Match/Monde/Actu/Exclusif.-Le-dernier-message-de-Kadhafi-a-l-Occident-346353/
« Cher Silvio.
Je te fais parvenir cette lettre par l’intermédiaire de tes concitoyens, qui sont venus en Libye nous apporter leur soutien dans un moment aussi difficile pour le peuple de la Grande Jamahiriya.
J’ai été surpris par l’attitude d’un ami avec qui j’ai scellé un traité d’amitié favorable à nos deux peuples. J’aurais espéré de ta part au moins que tu t’intéresses aux faits et que tu tentes une médiation avant d’apporter ton soutien à cette guerre.
Je ne te blâme pas pour ce dont tu n’es pas responsable car je sais bien que tu n’étais pas favorable à cette action néfaste qui n’honore ni toi ni le peuple italien.
Mais je crois que tu as encore la possibilité de faire marche arrière et de faire prévaloir les intérêts de nos peuples.
Sois certain que moi et mon peuple, nous sommes disposés à oublier et à tourner cette page noire des relations privilégiées qui lient le peuple libyen et le peuple italien.
Arrête ces bombardements qui tuent nos frères libyens et nos enfants. Parle avec tes [nouveaux (rayé)] amis et vos alliés (1) pour parvenir à [une solution qui garantisse au grand peuple libyen le choix en totale liberté de qui le dirige (rayé)] ce que cesse cette agression à l’encontre de mon pays (1).
J’espère que Dieu tout-puissant te guidera sur le chemin de la justice [dans le but d’arrêter ce bain de sang que subit mon pays la Libye (rayé)]. »
(Au texte imprimé de ce projet de lettre, le colonel Kadhafi avait ajouté la mention manuscrite suivante (en ht à g. de la lettre) :
« A l’attention d’Abdallah Mansour : faire parvenir ce message comme venant de moi par le biais de ce document et ce après correction. »)
(1) ajouté à la main.
CONFERENZA STAMPA
GIOVEDI' 27 ottobre 2011
ORE 11.30
IL TENORE JOE FALLISI DENUNCIA LO STATO ITALIANO PER VIOLAZIONE DELL'ART 11 DELLA COSTITUZIONE IN MERITO ALLA GUERRA CONTRO LA LIBIA
(Presso la Sala "Rachele" dell'Hotel Royal Santina - Via Marsala 22, Roma)
IL TENORE GIUSEPPE (JOE) FALLISI GIOVEDÌ 27 OTTOBRE 2011 DEPOSITERÀ
NEL TRIBUNALE DI ROMA, ASSISTITO DALL'AVV. LUCA TADOLINI, UNA DENUNCIA
CONTRO LO STATO ITALIANO IN MERITO ALLA GUERRA ALLA LIBIA NELLA QUALE I
VERTICI DEL MEDESIMO HANNO TRASCINATO IL NOSTRO PAESE. FORMALMENTE LA
DENUNCIA SARÀ CONTRO "IGNOTI", MA CHIARAMENTE RIGUARDERÀ TUTTI I
RESPONSABILI POLITICI (DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO
NAPOLITANO AL PRIMO MINISTRO SILVIO BERLUSCONI, AI DEPUTATI E SENATORI
CHE COL LORO VOTO HANNO CONSENTITO L'ENTRATA IN GUERRA DELL'ITALIA,
PERSINO POI RI-FINANZIANDO LA "MISSIONE") DI QUESTO ATTO TRAGICO E
DISONOREVOLE. E' STATO, A PARERE DEL DENUNCIANTE, APERTAMENTE
VIOLATO L'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE, CHE VIETA AL NOSTRO PAESE DI
FAR GUERRA.
Esso dice infatti: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali; consente, in condizioni
di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità
necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia
fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.Posizione di Joe Fallisi: “le possibili ‘limitazioni di sovranità’
di cui pure recita alla fine tale articolo NON possono costituire
una radicale contraddizione con la frase chiara che
apre l'articolo stesso. Ciò in cui siamo impegnati attualmente non
è nient'altro, e a tutti gli effetti, che ‘guerra come strumento
di offesa alla libertà degli altri popoli’, tanto più dopo le
ultime decisioni che hanno portato i nostri stessi aerei a
bombardare il suolo libico - di un Paese che a noi non si è mai
sognato di dichiarare nessuna guerra. Oltre a questo, a
tristissima integrazione, si è violato il ‘Trattato di amicizia,
partenariato e cooperazione tra la Repubblica Italiana e la grande
Giamahiria libica popolare socialista’ firmato tre anni fa
congiuntamente da Gheddafi e da Berlusconi. Esso, tra l'altro,
prevede il rispetto dell’uguaglianza sovrana degli Stati;
l’impegno a non ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza
contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica della
controparte o a qualunque altra forma incompatibile con la Carta
delle Nazioni Unite; l’impegno alla non ingerenza negli affari
interni e, nel rispetto dei princìpi della legalità
internazionale, a non usare né concedere l’uso dei propri
territori in qualsiasi atto ostile nei confronti della
controparte; l’impegno alla soluzione pacifica delle
controversie.
Circa duecentomila cittadini libici sono morti finora a seguito
dell'aggressione neo-coloniale e predatoria nella quale l'Italia è
sciaguratamente coinvolta. Un intero Paese prospero, progredito e
pacifico con falsissimi pretesti "umanitari" è stato bombardato,
distrutto e inquinato in eterno e si è dato "riconoscimento"
statuale al golpe di un'infima minoranza di tagliagola fanatici e
ultrareazionari che, anche col nostro appoggio, si sono scatenati
(e continuano sotto i nostri occhi debitamente chiusi) in una
mostruosa pulizia etnica razzista. Inoltre abbiamo dato il nostro
tacito assenso alla campagna di killeraggio mirato di tutta la
dirigenza della Giamahiria, che da ultimo ha visto la tortura e
l'assassinio di Muammar Gheddafi e di suo figlio Mutassin. Si
sarebbe potuto decidere, come la Germania, di non partecipare a
questi orrori. Chi ha fatto la scelta opposta ora deve essere
chiamato a risponderne.
Posta un commento