colonello Yusi Oulen Shahak, codice militare Re34356578765az2311434, comandante della gloriosa brigata d’élite israeliana “Golani”
bollettino militare del 28 ottobre, il colonello israeliano Shahak è stato catturato nell’area di Fallujah dalle forze governative e popolari irachene insieme a tutta un’unità di terroristi dell’Isis. Non c’è voluto molto perchè confessasse la presenza di altri ufficiali del Mossad e dell’esercito israeliano tra le forze del Califfo, fin dall’inizio dell’attacco all’Iraq e dalla presa di Mosul nell’estate 2014.
cliniche israeliane sul Golan che rimettevano in sesto jihadisti feriti, per poi rispedirli al fronte, omaggiati anche da carezze di Netaniahu. I campi di addestramento per terroristi allestiti da Israele nel sud della Siria, a Quneitra e Daraa. Le incursioni di bombardieri israeliani a difesa di Al Nusra in ritirata, o per colpire convogli di Hezbollah,
“Sunday Express”: “SAS travestiti da combattenti Isis, bandiere nere del Califfo al vento, conducono una guerra segreta”. Che lavorino, insieme ai mercenari Isis, per il massacro di Siria e Iraq, il quotidiano non lo dice. Ma lo dice il fatto, ufficialmente ammesso, che oltre 120 membri di questa forza d’èlite di Sua Maestà sono al momento impegnati nell’ “Operazione Shader” (chi getta ombre) contro obiettivi di Damasco.
“Trident Juncture 15” in corso tra Sicilia, Sardegna, Spagna e Portogallo, la più grande dalla fine della guerra fredda, con obiettivi manifesti di intervento contro la Russia in Ucraina, Medioriente, Asia.
Da un anno testimoni oculari, autorità locali, parlamento e ministri iracheni denunciano, foto e video alla mano, gli innumerevoli lanci della Coalizione arabo-turco-israeliana-Nato di armi e provviste all’Isis in tutte le province occupate dalle bande del Califfo. E il 28 ottobre aerei della Coalizione hanno addirittura bombardato le forze governative a Ramadi, uccidendo 22 tra soldati e volontari iracheni. Armi di produzione Usa o israeliana continuano ad essere rinvenute nei luoghi abbandonati dall’Isis. Giorni fa, le forze irachene e popolari hanno sequestrato due velivoli, svedese e canadese, zeppi di armamenti, che l’ambasciatore Usa a Baghdad stava per spedire ai curdi, senza averne chiesto l’autorizzazione al governo. Anche i curdi siriani di Kobane verrebbero ora armati dagli Usa, mentre il cagnolino da salotto Pinotti fa abbaiare i suoi “istruttori” tra i Peshmerga (alla faccia di Erdogan, creare enclavi autonome curde, anche in terre non curde in Siria, che spacchino queste Nazioni. Porre i curdi siriani sotto controllo Usa, come quelli iracheni sono da sempre un protettorato Usa-israeliano).
Nella capitale Sanaa, infrattati in presunte operazioni di pace ONU, i servizi di sicurezza Houthi hanno arrestato due statunitensi, uno Cia, l’altro della Marina, che stavano spiando per conto dell’armata Isis-Sauditi. In Iraq, vicino a Ramadi, le forze popolari irachene (Hezbollah) catturano un comandante Isis che confessa di ricevere supporto logístico e di intelligence dagli Usa. E come non fossero bastati a rischiarare la scena e il retroscena le colonne di pick-up Toyota nuovi di pacca sotto vessilli jihadisti, visti in Iraq e Siria, i 700 Tir fotografati a Raqqa, i camion pieni di miliziani Iris fotografati mentre attraversavano la frontiera turca verso la Siria, i commissariati di polizia turchi a Istanbul gestiti da Al Qaida.
Nei siti già occupati e ora liberati dagli iracheni ci si imbatte in montagne di nuovissime armi americane e israeliane, sopratutto missili anticarro Tow. Pensate, perfino Rainews, con uno scivolone, ha fatto raccontare a un inviato di avere trovato piastrine e passaporti di soldati turichi e sauditi, Nato, in una base Isis, a Qamishili, 80 km dal confine turco. E, a fine ottobre, mentre l’Isis e Nusra si preparavano ad attaccare le linee di comunicazione siriane per Latakia, poi in effetti interrotte, ma riconquistate dal governo, le “incursioni” della Coalizione contro i jihadisti sono calate da 4, il 20 del mese, a 0 il 29.
Il Fatto Quotidiano”: “Bombe all’aeroporto civile di Cagliari. Un carico ad alto rischio, eseguito in una piazzola accanto agli aerei low cost, sotto gli occhi dei passeggeri. Giovedì mattina, mentre i viaggiatori rimanevano senza bottiglie d’acqua e tagliaunghie per ragioni di sicurezza, centinaia di missili costruiti nell’isola venivano stipati su un cargo in partenza per l’Arabia Saudita”. Stato Canaglia che, oltre a decapitare dissidenti e lapidare donne e bombardare da gennaio lo Yemen, è la fonte prima del jihadismo in Africa e Medioriente, come già nei Balcani.
Lo stenterello toscano ammattito in Napoleone ha minacciato Putin: “O stoppa i bombardamenti contro l’opposizione, o saremo costretti come Nato a prendere seri provvedimenti. Putin ha tremato di paura. E ha risposto: “Renzi torni a fare il capo-scout invece di fare il soldatino della Nato”.
Mondocane
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